Progetti agricoli in Africa

Progetti agricoli in Africa

A colloquio con il prof.re Antonio Bonetti di Fondazione Tovini

Report incontro online del 01/07/2020 con il prof.re Antonio Bonetti della Fondazione G. Tovini e membro del comitato scientifico di Sfera onlus; docente, avvocato, formatore, cooperante e phd in cooperazione internazionale presso l’Università degli studi di Bergamo

Sulla base di alcune domande che gli abbiamo sottoposto, Antonio Bonetti ci ha raccontato la sua lunga esperienza di progetti agricoli in vari paesi africani. È stato un colloquio molto interessante che ha permesso di raccogliere degli spunti e delle informazioni utili per tutti noi, rispetto ad un settore, quello agricolo, verso il quale anche noi, come Sfera, ci stiamo rivolgendo per la creazione di campi di coltivazione agricola in Congo a Maison de Paix.

Queste le parole di Antonio:

“Noi abbiamo scelto di fare un investimento nella verdura e non nelle granaglie poiché al mercato hanno una variazione di prezzo molto forte, maggiore è l’acqua contenuta all’interno del prodotto più viene pagato al mercato. Siamo andati a parlare con i venditori del mercato locale di Iringa per capire cosa aveva valore. La selezione del prodotto è fondamentale se si vuole avere uno spirito imprenditoriale; ad esempio ora stiamo trattando il cavolfiore che, non essendo molto diffuso, viene pagato bene al mercato. Bisogna andare sulle nicchie e su cosa viene richiesto: diventa fondamentale l’indagine di mercato. Inizialmente abbiamo coinvolto le persone che erano già dei coltivatori e avevano interesse a guadagnare un po’ di più dal loro lavoro mettendo a disposizione la terra della Fondazione, successivamente abbiamo coinvolto persone svantaggiate. La nascita della cooperativa è stata il prodotto finale di un percorso precedente, abbiamo capito che la base deve essere imprenditoriale se si vuole sviluppare un progetto che funzioni. Per avere una direzione efficace bisogna affidarsi a persone locali che sanno già fare quel mestiere poi piano piano, sulla base degli utili, si possono inserire persone svantaggiate, all’interno di un costo-ricavo che sta in piedi. Per quanto riguarda gli allevamenti noi abbiamo puntato sulla vacca e la capra, quest’ultima perché di più facile gestione diversamente dal maiale che ha una grande resa ma è molto delicato. Anche per gli allevamenti ci vuole qualcuno in loco che abbia già esperienza nell’allevamento di quell’animale altrimenti diventa difficile perché ci sono molti aspetti da considerare come malattie, parassiti, altitudine, ecc.. Con la vacca ci vuole il fattore e bisogna produrre sufficiente foraggio per lei. L’ovaiola è una bella direzione da prendere ma sono importanti le vaccinazioni. Io sconsiglio la consulenza degli agronomi occidentali perché le condizioni atmosferiche, del suolo, dell’acqua, ecc., sono molto diverse nei paesi africani rispetto ai paesi occidentali; è importante fare riferimento a buoni tecnici locali. È importante fare una valutazione prima su come si vogliono usare i campi che si hanno a disposizione, bisogna individuare al mercato cosa si vuole coltivare e unire la propria idea imprenditoriale con le condizioni ambientali e del terreno affidandosi, per questo, ad un agronomo locale. Noi abbiamo deciso di usare concimi perché abbiamo visto che altrimenti la produzione e la qualità del prodotto sono troppo basse e non c’è sostenibilità. Le sementi le compriamo in loco, ci sono contadini che ogni anno mettono via una parte delle sementi dai prodotti che producono ma, solitamente, le utilizzano solo per il proprio fabbisogno familiare poiché sono sementi che resistono alle condizioni ambientali ma hanno una resa molto più bassa rispetto a quelle che si comprano ogni anno. Bisogna parlare con il contadino e capire se utilizza sementi casalinghe o le compra ogni anno. Intorno ai progetti agricoli possono crearsi percorsi di microcredito che permettono alle persone di avviare piccole imprese legate al settore agricolo; per esempio un nostro collaboratore della cooperativa ci ha chiesto un piccolo finanziamento per comprarsi un furgoncino per la raccolta dei prodotti dai vari produttori avviando, così, la sua attività che è andata bene ed ora è riuscito a comprarsi un altro furgoncino. Per partire con la cooperativa ci deve essere un interesse economico da parte delle persone del luogo. Per quanto riguarda i macchinari abbiamo proceduto a piccoli passi; i macchinari, come ad esempio il trattore, sono molto costosi anche per il mantenimento e se non c’è una produzione alta non si compensano quindi siamo partiti piano piano, con strumenti di lavoro semplici. Poi, se l’attività va bene, si può pensare di introdurre anche la parte meccanica attraverso, ad esempio, una motozappa, più agile e meno costosa rispetto al trattore. La motozappa e gli strumenti meccanici sono reperibili e acquistabili in loco; solitamente ci sono due modelli, quelli cinesi e quelli indiani, quest’ultimi di qualità maggiore ed è meglio acquistarli in loco perché la manutenzione e le eventuali riparazioni sono più agili e a prezzi più bassi. Quando si avvia un’attività in un paese africano, di qualsiasi natura essa sia, è sempre necessario coinvolgere le autorità civili e religiose per tutto quello che si fa, altrimenti potrebbero esserci ritorsioni e chiusura. La contabilità e la gestione dei progetti agricoli è separata rispetto ad altri progetti come quello sanitario o della scuola altrimenti si crea il caos ed i singoli settori non riescono a crescere e svilupparsi in autonomia. Le donne, spesso, si occupano del fabbisogno alimentare familiare e, per questo, coltivano un piccolo pezzo di terra vicino a casa ma, in ogni caso, i lavori più duri vengono svolti dagli uomini. Gli uomini solitamente lavorano per le grandi aziende agricole di produzione intensiva”.

Abbiamo ringraziato Antonio Bonetti per la sua disponibilità e per i suoi precisi suggerimenti e ci siamo dati appuntamento per un prossimo incontro, quando, anche la nostra iniziativa di valorizzazione dei campi di produzione agricola sarà ben strutturata.

Chi siamo

S.F.E.R.A. è un’associazione Onlus, con finalità sociale e senza scopo di lucro. È stata fondata nel 2011 a Brescia, dove ancora oggi ha la propria sede principale.

Mons. Franceschetti

L’Associazione S.F.E.R.A. è dedicata alla memoria di Monsignor Gennaro Franceschetti, sacerdote bresciano e poi arcivescovo di Fermo, nelle Marche.

La nostra missione

Realizzare un grande centro polifunzionale in Congo comprendente ambienti per la formazione professionale e per l’accoglienza di donne e bambini.

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